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Cos'è l'Ageismo

2024-08-30 08:40

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AGEISMO,

Cos'è l'Ageismo

L'Ageismo è un fenomeno sociale e culturale basato sul fatto che la condizione anziana viene quasi negata da una società ad impronta giovanilistica.

 

L' Ageismo è’ un fenomeno sociale e culturale basato sul fatto che la condizione anziana viene quasi negata da una società ad impronta giovanilistica con una forma di spregio mass mediatico dell’immagine anziana, ridotta a caricatura forviante e discriminante o peggio a sole immagini deteriori. (Buttler 1960)
Questo dato si ripercuote spesso anche sulla possibilità di accesso alle cure ... con pregiudizi culturali ed organizzativi . La progressiva e persistente crescita del numero degli individui in età geriatrica ha portato ad una modificazione dell’attuale scenario di cura e ad un parallelo incremento dell’utilizzo delle risorse in campo sanitario (risorse umane, strutturali, economiche, etc) di questa fascia di età.
Questi cambiamenti in associazione alla mancanza di dati evidence-based sulla popolazione anziana ed alla necessità di razionalizzare le limitate risorse sanitarie hanno contribuito a creare atteggiamenti discriminatori nei confronti degli anziani.
In America, Buttler nel 1969, per primo, introdusse il termine di “ageismo” , per indicare un atteggiamento stereotipato e discriminante della società nei confronti degli individui anziani.
In Italia contemporaneamente il Prof. Francesco Maria Antonini, coniava il termine “geragogia” con l’intento di contrastare questa nuova forma di razzismo culturale e di riproporre un’idea della vecchiaia, quale occasione di ulteriore crescita non soltanto per il singolo ma per l’intera collettività.
L’invecchiamento viene istintivamente associato in medicina all’inevitabile presenza di patologie ed alla riduzione dello stato di salute.
Infatti, la rappresentazione dell’anziano è spesso impropriamente associata a concetti di disabilità e fragilità, ad indicare che nell’immaginario collettivo lo stereotipo di anziano più comune è quello di un individuo non indipendente, e con deficit funzionali e/o cognitivi.
Per contrastare questo stereotipo, stante il progressivo incremento del numero di anziani con mantenute capacità cognitive ed autonomia funzionale, si è arrivati a parlare di invecchiamento di successo (“healthy aging” o “aging well”).
 


 

 

 


 

 

Tra solitudine ed emigrazione

Dai dati dell‟ultima indagine europea sulla salute 2015 (Ehis, wave 2) in Italia, la speranza di vita a 65 anni è più elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue. Per le patologie croniche, nel confronto con i dati europei, emergono in generale migliori condizioni degli italiani tra i meno anziani (65-74 anni), con prevalenze più basse per quasi tutte le patologie. Proprio questa fascia d‟età considerata dall‟indagine, coincidente con i primi anni di pensionamento, è anche segnata da una ridefinizione dei ruoli sociali: da genitore a nonno/a, da occupato a pensionato”.Ad un cambiamento nel modo di concepire la vita, si modifica il rapporto con il coniuge, con il compagno/a che spesso si è avuti accanto per una vita, c’è più tempo per stare insieme, di condividere quello che accade tutti giorni. Ma la possibilità di vivere con una maggiore rilassatezza i rapporti sociali, liberi dai condizionamenti occupazionali e dalle responsabilità familiari molto spesso si sostituisce ad un fenomeno che caratterizza soprattutto la realtà dei piccoli comuni del Sud Italia: l‟emigrazione di giovani anziani. Le famiglie si disgregan,partono i figli molto spesso unici. Alcuni decenni fa le famiglie non si „dividevano‟ poiché o partivano tutti o perché c‟era sempre qualche figlio o figlia che restava con i genitori. Ma oggi questo fenomeno coinvolge sia i figli che gli stessi genitori spesso anziani. La popolazione sarà più vecchia del previsto e sarà più sola per quel fenomeno che ormai da più parti viene definito il „care drain‟. Certamente le tecnologie e i trasporti rendono meno traumatica la lontananza per esempio all‟interno dell‟Italia ma ci sono momenti, situazioni personali o eventi familiari, pensiamo alla nascita dei nipotini, in cui la vicinanza anche fisica è fondamentale e insostituibile. Allora ecco migliaia di genitori anziani che „emigrano‟, spesso con un pendolarismo stagionale, tra i paesi di origine e i luoghi dove si sonospostati i figli soprattutto per esigenze lavorative. Inizialmente i genitori anziani sono lasciati soli quando i loro figli adulti emigrano per „una vita migliore‟ in Italia o all'estero, e vivono nella speranza di „seguirli più tardi‟, ma che spesso non si realizza. Mentre gli anziani sono la spina dorsale di alcune famiglie che sostengono i loro nipoti, altri sono una „generazione persa‟ da valorizzare. Invece queste persone anziane, a cui ogni anno dedichiamo una giornata, appartengono ad una generazione trascurata perché non solo hanno perso il proprio sistema di sostegno, ma sono anche sono costretti ad emigrare o a rimanere soli. Hanno spesso difficoltà economiche, problemi psicologici e relazionali ma sono troppo orgogliose per parlarne. In realtà le persone anziane rimangono legate alla vita sperimentando i successi e le sfide del vivere quotidiano attraverso la generazione più giovane”.

1 ottobre 2017                                                                                                                            Team Censin

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