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AGEISMO (II)

2024-08-30 09:08

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AGEISMO,

AGEISMO (II)

Si chiama Ageismo “ogni forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età, in particolare verso le persone anziane".


Le persone possono avere credenze legate all'età senza accorgersene. I pregiudizi impliciti vengono appresi culturalmente in associazioni di cui le persone potrebbero non essere a conoscenza



“L’ageismo danneggia tutti, vecchi e giovani. Ma spesso, è così diffuso e accettato – nei nostri atteggiamenti e nelle politiche, leggi e istituzioni – che non riconosciamo nemmeno il suo effetto dannoso sulla nostra dignità e sui nostri diritti” ha affermato Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Dobbiamo combattere apertamente l’ageismo, in quanto violazione dei diritti umani profondamente radicata“.



Il 18 marzo 2021 è stata istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una campagna globale per combattere l’Ageismo.



Le attività intergenerazionali promuovono nei loro partecipanti una comprensione più ampia della conoscenze delle diverse età, tanto da riuscire a mettere in dubbio i precedenti pregiudizi.



Esempio: gli anziani riescono ad imparare nuove cose (es. uso computer, social network, ecc)?



I giovani hanno esperienze valide di vita?



…. E tu cosa fai/proponi per contrastare l’ageismo???




Tra solitudine ed emigrazione

Dai dati dell‟ultima indagine europea sulla salute 2015 (Ehis, wave 2) in Italia, la speranza di vita a 65 anni è più elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue. Per le patologie croniche, nel confronto con i dati europei, emergono in generale migliori condizioni degli italiani tra i meno anziani (65-74 anni), con prevalenze più basse per quasi tutte le patologie. Proprio questa fascia d‟età considerata dall‟indagine, coincidente con i primi anni di pensionamento, è anche segnata da una ridefinizione dei ruoli sociali: da genitore a nonno/a, da occupato a pensionato”.Ad un cambiamento nel modo di concepire la vita, si modifica il rapporto con il coniuge, con il compagno/a che spesso si è avuti accanto per una vita, c’è più tempo per stare insieme, di condividere quello che accade tutti giorni. Ma la possibilità di vivere con una maggiore rilassatezza i rapporti sociali, liberi dai condizionamenti occupazionali e dalle responsabilità familiari molto spesso si sostituisce ad un fenomeno che caratterizza soprattutto la realtà dei piccoli comuni del Sud Italia: l‟emigrazione di giovani anziani. Le famiglie si disgregan,partono i figli molto spesso unici. Alcuni decenni fa le famiglie non si „dividevano‟ poiché o partivano tutti o perché c‟era sempre qualche figlio o figlia che restava con i genitori. Ma oggi questo fenomeno coinvolge sia i figli che gli stessi genitori spesso anziani. La popolazione sarà più vecchia del previsto e sarà più sola per quel fenomeno che ormai da più parti viene definito il „care drain‟. Certamente le tecnologie e i trasporti rendono meno traumatica la lontananza per esempio all‟interno dell‟Italia ma ci sono momenti, situazioni personali o eventi familiari, pensiamo alla nascita dei nipotini, in cui la vicinanza anche fisica è fondamentale e insostituibile. Allora ecco migliaia di genitori anziani che „emigrano‟, spesso con un pendolarismo stagionale, tra i paesi di origine e i luoghi dove si sonospostati i figli soprattutto per esigenze lavorative. Inizialmente i genitori anziani sono lasciati soli quando i loro figli adulti emigrano per „una vita migliore‟ in Italia o all'estero, e vivono nella speranza di „seguirli più tardi‟, ma che spesso non si realizza. Mentre gli anziani sono la spina dorsale di alcune famiglie che sostengono i loro nipoti, altri sono una „generazione persa‟ da valorizzare. Invece queste persone anziane, a cui ogni anno dedichiamo una giornata, appartengono ad una generazione trascurata perché non solo hanno perso il proprio sistema di sostegno, ma sono anche sono costretti ad emigrare o a rimanere soli. Hanno spesso difficoltà economiche, problemi psicologici e relazionali ma sono troppo orgogliose per parlarne. In realtà le persone anziane rimangono legate alla vita sperimentando i successi e le sfide del vivere quotidiano attraverso la generazione più giovane”.

1 ottobre 2017                                                                                                                            Team Censin

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