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Il dialogo tra le generazioni

2024-05-10 09:40

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Il dialogo tra le generazioni

“Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”. E’ questo il titolo del messaggio di Papa Francesco scritto in

Il dialogo tra le generazioni è un tema molto importante e attuale. Papa Francesco, nel suo messaggio per la 55ª Giornata Mondiale della Pace celebrata il 1° gennaio 2022, ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le generazioni come strumento per costruire una pace duratura. Ha proposto tre vie per la costruzione di una pace duratura: il dialogo tra le generazioni, l’educazione e il lavoro.
Il dialogo tra le generazioni è fondamentale per la realizzazione di progetti condivisi. In un mondo ancora stretto dalla morsa della pandemia, il dialogo tra le generazioni può essere visto come un’opzione sempre possibile tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta.
È indispensabile immaginare quali politiche promuovere in una società dove a fronte di una corposa presenza di anziani si registra un numero sempre minore di giovani. È necessario creare nuovi spazi di dialogo, nuove proposte educative, formative e sociali e soprattutto assumere prospettive di reciprocità e interdipendenza positiva tra generazioni.
In conclusione, il dialogo tra le generazioni è un elemento chiave per costruire una società più equa e pacifica. Ogni generazione ha qualcosa di prezioso da offrire e da imparare dalle altre, e solo attraverso il dialogo e la comprensione reciproca possiamo costruire un futuro migliore per tutti.
 Per approfondire


LV Giornata Mondiale della Pace 2022 - Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura | Francesco (vatican.va) 


Tra solitudine ed emigrazione

Dai dati dell‟ultima indagine europea sulla salute 2015 (Ehis, wave 2) in Italia, la speranza di vita a 65 anni è più elevata di un anno per entrambi i generi rispetto alla media Ue. Per le patologie croniche, nel confronto con i dati europei, emergono in generale migliori condizioni degli italiani tra i meno anziani (65-74 anni), con prevalenze più basse per quasi tutte le patologie. Proprio questa fascia d‟età considerata dall‟indagine, coincidente con i primi anni di pensionamento, è anche segnata da una ridefinizione dei ruoli sociali: da genitore a nonno/a, da occupato a pensionato”.Ad un cambiamento nel modo di concepire la vita, si modifica il rapporto con il coniuge, con il compagno/a che spesso si è avuti accanto per una vita, c’è più tempo per stare insieme, di condividere quello che accade tutti giorni. Ma la possibilità di vivere con una maggiore rilassatezza i rapporti sociali, liberi dai condizionamenti occupazionali e dalle responsabilità familiari molto spesso si sostituisce ad un fenomeno che caratterizza soprattutto la realtà dei piccoli comuni del Sud Italia: l‟emigrazione di giovani anziani. Le famiglie si disgregan,partono i figli molto spesso unici. Alcuni decenni fa le famiglie non si „dividevano‟ poiché o partivano tutti o perché c‟era sempre qualche figlio o figlia che restava con i genitori. Ma oggi questo fenomeno coinvolge sia i figli che gli stessi genitori spesso anziani. La popolazione sarà più vecchia del previsto e sarà più sola per quel fenomeno che ormai da più parti viene definito il „care drain‟. Certamente le tecnologie e i trasporti rendono meno traumatica la lontananza per esempio all‟interno dell‟Italia ma ci sono momenti, situazioni personali o eventi familiari, pensiamo alla nascita dei nipotini, in cui la vicinanza anche fisica è fondamentale e insostituibile. Allora ecco migliaia di genitori anziani che „emigrano‟, spesso con un pendolarismo stagionale, tra i paesi di origine e i luoghi dove si sonospostati i figli soprattutto per esigenze lavorative. Inizialmente i genitori anziani sono lasciati soli quando i loro figli adulti emigrano per „una vita migliore‟ in Italia o all'estero, e vivono nella speranza di „seguirli più tardi‟, ma che spesso non si realizza. Mentre gli anziani sono la spina dorsale di alcune famiglie che sostengono i loro nipoti, altri sono una „generazione persa‟ da valorizzare. Invece queste persone anziane, a cui ogni anno dedichiamo una giornata, appartengono ad una generazione trascurata perché non solo hanno perso il proprio sistema di sostegno, ma sono anche sono costretti ad emigrare o a rimanere soli. Hanno spesso difficoltà economiche, problemi psicologici e relazionali ma sono troppo orgogliose per parlarne. In realtà le persone anziane rimangono legate alla vita sperimentando i successi e le sfide del vivere quotidiano attraverso la generazione più giovane”.

1 ottobre 2017                                                                                                                            Team Censin

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