__________
RIDURRE L'AGEISMO
Si chiama Ageismo “ogni forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età, in particolare verso le persone anziane". “L’ageismo danneggia tutti, vecchi e giovani. Ma spesso, è così diffuso e accettato – nei nostri atteggiamenti e nelle politiche, leggi e istituzioni - che non riconosciamo nemmeno il suo effetto dannoso sulla nostra dignità e sui nostri diritti” ha affermato Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Dobbiamo combattere apertamente l’ageismo, in quanto violazione dei diritti umani profondamente radicata.
Un concetto molto importante per il benessere è quello del continuo mutamento. Ridare movimento alla nostra psiche diventa possibilità di accogliere i nostri stati interni come segnale ed opportunità per cambiare.
L'avere fiducia in sé stessi significa pensare di essere in grado di affrontare le situazioni con diverse modalità e nelle diverse età. L'accrescimento di relazioni positive intergenerazionali concorrono nel raggiungere questi scopi.
In più occasioni ci troviamo a confrontarci e confidarci con persone che vivono una fase della vita molto diversa dalla nostra, perlomeno anagraficamente. C’è una “contaminazione” tra generazioni, forse una curiosa richiesta di confronto. C’è un reciproco bisogno di sentirsi più vicini. Una comunità diventa viva e operativa quando riesce a condurre fuori tutte le sue straordinarie potenzialità, in una dimensione collaborativa generale.
Le pratiche di apprendimento intergenerazionale, sviluppano una forma mentis che vede le differenze come occasione di apprendimento e l'altro come risorsa. Inoltre, aiutano gli individui a sviluppare competenze necessarie alla creazione di una cittadinanza attiva: la solidarietà, la resilienza e l'empowerment.
L'educazione intergenerazionale si pone come esercizio sociale, invita all'ascolto, alla partecipazione e all' integrazione. Può divenire uno strumento decisivo per superare barriere mentali e logiche di separazione.
La solitudine è “l’esperienza spiacevole che si verifica quando la rete delle relazioni di un individuo è insufficiente sotto alcuni aspetti importanti, siano essi quantitativi o qualitativi” (Perlman & Peplau, 1984). Viene vissuta come una diversa esperienza a seconda delle età.
Proprio come abbiamo necessità di cibo per vivere, ognuno di noi ha un "cervello sociale" che ha bisogno di contatti umani per "stare bene".
L’espressione “gap generazionale”, inteso come distacco, conflitto tra generazioni diverse, fece la sua comparsa negli anni Sessanta e fu riferito alla frattura ideologica e culturale tra i nati nel dopoguerra e i loro padri. Oggi più che mai è necessaria una profonda riflessione, per ascoltare, capire e cercare di comprendere il mondo delle diverse generazioni.