Copia di Polo Multifunzionale Intergenerazionale-CENTRO STUDI INTERGENERAZIONALE
CENTRO STUDI ANZIANI DI BASILICATA
CELEBRAZIONE DEL TRENTENNALE DELLA FONDAZIONE
Relazione introduttiva
Abbiamo voluto riunire oggi dirigenti e coordinatori di vari organismi pubblici e del privato sociale per festeggiare e riflettere sui 30 anni di attività di un centro studi che ha contribuito a dare senso e significato a quel ciclo di vita che definiamo vecchiaia. In tutti questi anni anche le stesse attività del Centro studi si sono ispirate al modo di vivere questa nuova opportunità della vita. Cioè con una normalità diversa, che si affranca dal bisogno di dover apparire, che comporta una nuova libertà e che consente di integrare le cose supremamente gratuite e quindi le cose più importanti della vita. Il progetto del Centro studi si articola su tre versanti: programmi di ricerca applicata sul territorio, proposte di percorsi di apprendimento permanente ed itinerari diffusi di divulgazione scientifica. L’Italia è uno tra i Paesi con il più alto tasso di longevità ma al di la dei numeri e degli indici di vecchiaia come si vive nel nostro territorio la realtà di una sproporzionata presenza di tante persone nate prima, cioè anziane, rispetto ai membri appartenenti alle altre generazioni. Lo sviluppo di una comunità dipende considerevolmente, a mio parere, dall’integrazione tra le generazioni, da quelle relazionali, a quelle economiche a quelle culturali. Ecco quindi il perché del cambio di denominazione in Centro Studi Intergenerazionale. Naturalmente anche i settori in cui si articola l’attività del Centro si sono adeguate a questo cambiamento. Pensiamo all’ambito della ricerca applicata riguardante le aree tematiche clinico/biologica, giuridico/economica, edile/urbanistica, tecnologie/mobilità e socio-assistenziale. Il Centro si propone, infatti, di far convergere diversi saperi ed esperienze in un team di ricerca multidisciplinare ed intergenerazionale, che, attraverso un approccio integrato, possa portare alla produzione di progetti innovativi, aumentando, nello stesso tempo, le conoscenze scientifiche di tutti i settori disciplinari coinvolti. Inoltre il Centro continuerà ad essere impegnato a rafforzare le comunità riunendo generazioni diverse per soddisfare le esigenze di apprendimento in tutto il ciclo di vita. Lo scopo è quello di sviluppare proposte culturali per favorire la comunicazione e il dialogo, contribuire ad aumentare le conoscenze e promuovere una maggiore responsabilità personale e sociale. Infine la divulgazione scientifica che costituisce il settore con cui il Centro propone i propri risultati delle attività di ricerca, culturali, comunicative, formative e didattiche. Ma poiché qualunque servizio di questo genere comprende soprattutto persone abbiamo avviato, con il coordinamento del direttore scientifico del nostro Centro, la dott.ssa Ferraiuolo, psicologa, un Servizio per il Benessere Psicologico dove è possibile trovare un luogo di ascolto e di aiuto in situazioni di modificazioni di vita personale e familiare rispetto alle possibili forme di disagio: dubbi sui propri ruoli e capacità personali, difficoltà nelle relazioni interpersonali e vissuti emotivi tali da appesantire il proprio quotidiano. Tutto questo per preservare il proprio benessere psicologico attraverso percorsi quali veicoli di diffusione di stili di vita positivi. Nel corso di questi 30 anni, grazie alla professionalità dei propri operatori, il Centro Studi è divenuto un interlocutore privilegiato di quanti si interessano alle necessità della condizione adulta/anziana e del dialogo tra le generazioni. La creazione di legami con il mondo scientifico della ricerca e istituzionale ha dato vita ad un ampio coinvolgimento dei medesimi nelle proprie attività. Ho accennato alla vita del nostro Centro rimandando ad una prossima pubblicazione i particolari ma qualcuno potrebbe chiedermi, ma tu come lo hai vissuto? Direi, parafrasando Norberto Bobbio nel suo “De Senectute”, l’ho vissuto in questi ultimi anni con una variabile melanconica, intesa la malinconia come la consapevolezza del non raggiunto e del non più raggiungibile. Vi corrisponde l'immagine di una strada, ove la meta si sposta sempre in avanti, e quando credi di averla raggiunta, non era quella che ti eri raffigurata come definitiva. Allora viene il momento in cui hai la piena consapevolezza che il cammino non solo non è compiuto, ma non hai più il tempo di compierlo, e devi rinunciare a raggiungere l'ultima tappa. La malinconia è temperata, tuttavia, dalla costanza degli affetti anche vostri che il tempo non ha consumato.
La condivisione di questo progetto consentirà di proseguire nel nostro impegno quotidiano.
4 giugno 2014 Censin